Un tempo, quando nessuno o quasi capiva ciò che veniva detto a messa, quando il prete diceva SURSUM CORDA, tutti si alzavano in piedi e dicevano HABEMUS AD DOMINUM.
Poi la liturgia è diventata in lingua italiana ed il prete dice: “in alto i nostri cuoriâ€, la gente si alza e risponde: “sono rivolti al signoreâ€
Non so se anche a voi quell’invito ad alzare i cuori fa venire in mente l’infinito e l’eterno. Per me, fin da ragazzo, ha significato: PUOI FARCELA, RIALZATI. Un invito, in somma, a rimettersi in piedi dopo aver subito le batoste che la vita ti riserva a ripetizione, costellando l’esistenza di insuccessi e di fatiche enormi per rimettersi in sesto e riprendere il cammino.
LA SCALA DEI DESIDERI
In realtà , strada facendo, mi sono reso conto che significa ben di più.
E’ un invito ad alzare il livello di quello che desideriamo, portandolo oltre il limite dell’umano ed arrivando ad essere desiderio di infinito, di eternità , di immensità .
Il livello, man mano che i desideri si concretizzano, si alza. Da bambini era il desiderio di un gelato, poi è diventato un motorino, una ragazza, una automobile, una sposa, e via dicendo a salire in alto, percorrendo i gradini di una scala, alzando sempre più l’asticella ad ogni passo, fino a raggiungere un limite nel quale i desideri non si possono più realizzare.
AVERE E DESIDERARE
Desiderare è di gran lunga più bello che avere. Normalmente quando il nostro desiderio si concretizza, tendiamo immediatamente a desiderare qualcosa di più grande e di più bello.
Uno dei mali della contemporaneità è quello di desiderare senza aspettare, finendo per privarsi di quel tempo nel quale coltivare e coccolare i desiderio.
I pubblicitari, che lo sanno bene, usano tutti gli strumenti diabolici che hanno, per farci desiderare le cose, e nell’ottica nichilista che pervade la nostra società , per far cadere l’interesse in modo molto veloce, annullando il desiderio e spostandolo su qualcosa di diverso.
HIC ET NUNC
Oggi qualunque capriccio deve essere esaudito immediatamente, per questo esistono AMAZON e GOOGLE SHOPPING, e l’insulsa pubblicità televisiva nella quale i due conviventi si dimenticano del loro anniversario e rimediano grazie ad AMAZON PRIME che consegna un regalo entro poche ore.
REGALARE E DESIDERARE
A suo tempo un regalo non era il frutto di una veloce scansione del catalogo online, per scegliere quasi a caso tra gli articoli proposti, magari con un algoritmo di intelligenza artificiale che ci suggerisce quelli con la più alta probabilità di gradimento da parte del destinatario, insomma un regalo era meditato, pensato, cercato a lungo. Esisteva un piacere nel fare il regalo che andava oltre il regalo stesso, ed era quel sorriso che avremmo strappato regalandolo, un sorriso che desideravamo avere.
Poi qualcosa è cambiato, soprattutto nel ritmo della nostra vita, e quel piacere ci è stato tolto.
MENDICANDO LA GRAZIA DI SAPER AMARE
Ieri la mia amica Fernanda mi ha mandato un messaggio ben strano che diceva: Mendicando la Grazia di saper AMARE...
Il tutto accompagnato da un video con il recitato della differenza tra amare e voler bene del Piccolo Principe.
Voler bene è umano, in se racchiude il desiderio di possesso degli altri, ha bisogno di presenza, di fisicità per concretizzarsi ed esistere.
Amare è oltre le nostre capacità , significa andare al di là della presenza, andare oltre la necessità di avere relazioni. Quando ami lo fai in modo definitivo, completo, e nulla mai potrà scalfire quel sentimento, destinato a durare sempre perché è indipendente dal destinatario di quell’amore.
E se tu arrivi a desiderare, anzi a mendicare, la grazia, di saper amare, significa che sei arrivata al livello massimo al quale ti può portare quella scala disegnata dai nostri desideri.
DOVE SONO IO SU QUELLA SCALA
Se vuoi davvero farti del bene, interrogati non sul passato o sul futuro, ma esplora il tuo presente.
A che livello della scala sei arrivato? Ti basta desiderare una piscina o vuoi di più?
Quanto è tesa la tua corda che ti porta verso l’eternità , quanto sei vicino alla fine della scala?
Io sono ad un punto nel quale non so più nemmeno cosa mi piace mangiare, se mi chiedono cosa mi piacerebbe avere non riesco a trovare niente che valga la fatica necessaria a conquistarlo.
Ho imparato a negare a me stesso i desideri anche piccoli, quando non sono realizzabili, ed ora, abbandonato dalla sorte, non posso mettermi a desiderare una camminata fino a Cassano, o una moglie che rivede la sua posizione e torna indietro.
Posso solo andare avanti, ed imparare che esiste un desiderio di amore talmente grade da poterlo chiamare grazia, che non potrò mai realizzare, ma che potrò gustare, nel mentre che ne cullerò il desiderio.
E Bon!
DIFFERENZA TRA AMARE E VOLER BENE
Dal Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry
Ti amo disse Il piccolo principe.
Anch'io ti voglio bene rispose la rosa.
Ma non è la stessa cosa rispose lui; voler bene significa prendere possesso di qualcosa, di qualcuno, significa cercare negli altri ciò che riempie le aspettative personali di affetto, di compagnia.
Voler bene significa rendere nostro ciò che non ci appartiene, desiderare qualcosa per completarci, perché sentiamo che ci manca qualcosa.
Voler bene significa sperare, attaccarsi alle cose, alle persone, a seconda delle nostre necessità , e se non siamo ricambiati soffriamo.
Quando la persona a cui vogliamo bene non ci corrisponde, ci sentiamo frustrati e delusi, se vogliamo bene a qualcuno abbiamo alcune aspettative.
Se l'altra persona non ci dà quello che ci aspettiamo, stiamo male.
Il problema è che c'è un'alta probabilità che l'altro sia spinto ad agire in modo diverso da come vorremmo, perché non siamo tutti uguali, ogni essere umano è un universo a sé stante.
Amare significa desiderare il meglio dell'altro, anche quando le motivazioni sono diverse.
Amare è permettere all'altro di essere felice, anche quando il suo cammino è diverso dal nostro, è un sentimento disinteressato che nasce dalla volontà di donarsi, di offrirsi completamente dal profondo del cuore, per questo l’amore non sarà mai fonte di sofferenza.
Quando una persona dice di aver sofferto per amore, In realtà ha sofferto per aver voluto bene, si soffre a causa degli attaccamenti, se si ama davvero non si può stare male, perché non si aspetta nulla dall'altro.
Quando amiamo ci offriamo totalmente, senza chiedere niente in cambio, per il puro e semplice piacere di dare.
Ma è chiaro che questo offrirsi e regalarsi in maniera disinteressata, può avere luogo solo se c'è conoscenza.
Possiamo, amare qualcuno solo dopo che lo conosciamo davvero, perché amare significa fare un salto nel vuoto, affidare la propria vita e la propria anima, e l’anima non si può indennizzare.
Conoscersi significa sapere quali sono le gioie dell'altro, qual è la sua pace, quali sono le sue Ire, le sue lotte, i suoi errori, perché l'amore va oltre la rabbia, la lotta, e gli errori, e
non è presente solo nei momenti allegri.
Amare significa confidare pienamente nel fatto che l'altro ci sarà sempre, qualsiasi cosa accada, perché non ci deve niente.
Non si tratta di un nostro egoistico possedimento, bensì di una silenziosa compagnia.
Amare significa che non cambieremo, né con il tempo, né con le tormente, nè con gli inverni.
Amare è attribuire all'altro un posto nel nostro cuore, affinché ci resti in qualità di partner, padre, madre, fratello, figlio, amico.
Amare è sapere che anche nel cuore dell'altro c'è un posto speciale per noi; dare amore non esaurisce la quantità , anzi la aumenta, e per ricambiare tutto quell'amore bisogna aprire il cuore e lasciarsi amare.
Adesso ho capito, rispose la rosa dopo una lunga pausa, e il meglio è viverlo, le consigliò Il piccolo principe.