Il microchip è diventato un fantasma, per molti, da sbandierare parlando di prossimo futuro.
Indubbiamente quando e se sarà impiantato su ognuno di noi, segnerà il passaggio ad un altro tipo di società umana, nella quale verrà tracciata ogni nostra azione, ogni nostra frequentazione, ogni nostro acquisto, riuscendo financo a leggere, grazie a complicati algoritmi di intelligenza artificiale, i nostri pensieri.
Sarà per la nostra sicurezza, e la maggior parte degli uomini se lo faranno impiantare offrendosi volontari, ben felici di assecondare una iniziativa che sarà venduta come capace di liberarci da terroristi, virus, e persino da lestofanti e mariuoli, ladri di biciclette e persone cattive.
Non è difficile pensare ad un sistema che all’inizio ci semplificherà la vita quotidiana, ci permetterà di pagare alla cassa dei supermercati passando un dito su un sensore, ci consentirà di leggere su mappe interattive quanta coda ci sia alla posta e di sapere con certezza se in libreria ci sia quel libro sulla felicità che vorremmo regalare.
Poco alla volta diventerà obbligatorio per prendere un autobus o il metrò, a nel breve giro di pochi anni diventerà un elemento necessario per vivere nel nuovo mondo artificiale, nelle città in cui si accatastano le persone, dentro alveari di cemento sempre meno a misura d’uomo.
Ed allora il Grande Fratello, che questa volta non sarà una trasmissione televisiva, ma ciò che Orwell aveva preconizzato, sarà in grado di conoscere tutto di noi, e di poterci eventualmente discriminare se finissimo con il fare qualche cosa di pericoloso per l’ordine costituito.
Non sarà più possibile rovesciare i regimi, e non già in modo violento con rivoluzioni, ma anche in modo democratico con il voto. Verranno tacitate tutte le voci critiche e gli esseri umani verranno classificati anche in base ad un indice di pericolosità , determinato da algoritmi di analisi del nostro comportamento in grado di scoprire ogni nostra attitudine.
In somma, nel nome della sicurezza, e della libertà di sentirci tranquilli, ci verrà tolta la libertà di agire e di pensare.
Potrete ora dirmi che è fantascienza o fantastoria, ed uno scenario del genere non si verificherà mai, ma se togliete le fette di prosciutto che avete sugli occhi, vi renderete conto che non c’è bisogno del microchip per tracciare la nostra vita.
Credete davvero che Google e Facebook non sappiano con chi avete pranzato sabato scorso, o chi avete chiamato al telefono.
Già il caso Snowden e lo scandalo Wikileaks, dimostrano senza alcun residuale dubbio, che tutti i dati raccolti su di noi da google e facebook finiscano nella grande pancia di quel leviatano chiamato pentagono, e di come questi dati vengano poi utilizzati per scatenare primavere arcobaleno un po’ dappertutto.
Siamo già microchippati e lo siamo diventati volontariamente, talvolta senza nemmeno accorgercene.
La pandemia, con tutta la sua drammaticità , è stato l’elemento in più che ha ammorbidito anche le posizioni più critiche.
Scivolare nel nichilismo non è affatto scontato, Galimberti parla di Nichilismo attivo quando si tratta di narrare il modo con il quale una sparuta minoranza di giovani stia cercando di non rinunciare ai sogni sul proprio futuro in un mondo senza uno scopo e senza un perché.
Ma già il fatto di non usare le parole giuste, per un filosofo come lui, che di parole se ne intende, è preoccupante, perché sarebbe giusto classificare questa tensione come resistenza al nichilismo e non come una forma distopica di accettazione.
Il fatto stesso di sognare un futuro nega l’assenza di uno scopo e di un perché.
Diciamo pure che anche a livello di divulgazione del pensiero filosofico, l’ormai consolidata macchina da guerra di chi ha interesse all’avvento del nichilismo, sta muovendosi in modo estremamente attento, sapendo quali cartucce sparare, e come spararle.
La nostra razionalità è ormai talmente intrisa del pensiero unico che tende al nichilismo, da non poter più accettare qualunque barlume di verità alternativa, ma il nostro cuore no.
Le contraddizioni logiche nel pensiero che conduce al nulla, sono così tante da lasciare attoniti se per caso le si vuole riconoscere.
L’assenza di quella scintilla che ci rende capaci di amare e di farci amare, non potrà mai venir spenta del tutto, e non ci sarà microchip capace di impedire all’uomo di vivere in relazione affettiva con gli altri.
Sol chi non lascia eredità d’affetti poca gioia ha dell’urna, diceva il Foscolo nei Sepolcri, e l’uomo muore, dice Levi Srauss, quando smette di essere in relazione con gli altri.