Quel che più colpisce della moderna Olimpia, è il budello commerciale, nel quale le bandiere dei diversi paesi del mondo sono esposte, attaccate ai lampioni della via, ed i negozi vendono souvenir per turisti.
Non rimane proprio nulla della grandezza del tempo remoto, ed anche lo sfruttamento commerciale del brand OLYMPIA, che suo malgrado, è uno dei più conosciuti al mondo, è ad un livello talmente basso da proporre paccottiglia, per lo più fatta in Cina o in Corea, e ristoranti mondializzati, con menù che non hanno nulla a che fare con la Grecia, a turisti frettolosi ed ignari del fatto che il suolo che calpestano abbia un’anima.
Rimangono le rovine dell’area in cui si disputavano i giochi, i templi e lo stadio, che sono ancora capaci di suggestioni immense, e tra le quali è bellissimo muoversi.
La grande statua Crisoelefantina che c’era nel tempio di Zeus, e che era una delle sette meraviglie del mondo, è andata distrutta, dopo essere, pare, comprata da un collezionista di Costantinopoli.
La svendita del significato stesso dei Giochi Olimpici è iniziato tanto tempo fa, ed oggi, nell’era delle dirette televisive e delle sponsorizzazioni, è dominata dai grandi Brand internazionali, dalla Coca cola alla Nike, che adesso si pronuncia Naik, all’americana.
E bon!
Un tempo governava i giochi e Olimpia
L’avatar di Zeus severo e impotente
Sull’alto trono d’ebano e d’avorio
Mentre la Nike crisoelefantina
Camminava sul palmo della mano
Una pista d'un campo di aviazione.
Giupiter in galera nel suo tempio
Le colonne sono sbarre fossili
Come le conchiglie impastate dentro
Non sorride ma guarda spaventato
I grandi brand che lo hanno giubilato
E con l'oro e l'argento son mossieri
Dei giochi a cinque cerchi al tempo mio
(La distanza dalle stelle, 23.9.2020, grazie a Emanuela Oldani)