Un paio di domeniche fa, me ne sono andato a messa, correva il quindicesimo giorno del mese di novembre di quest’anno bisesto e da dimenticare, e la prima lettura, tratta dal libro dei proverbi parlava di donna perfetta.
Dal libro dei Proverbi (31-10,31)
Una donna perfetta chi potrà trovarla? Ben superiore alle perle è il suo valore. In lei confida il cuore del marito e non verrà a mancargli il profitto.
Essa gli dĂ felicitĂ e non dispiacere per tutti i giorni della sua vita. Si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani.
Stende la sua mano alla conocchia e gira il fuso con le dita. Apre le sue mani al misero, stende la mano al povero.
Fallace è il fascino e vana è la bellezza, ma la donna che teme Dio è da lodare.
Datele del frutto delle sue mani e le sue stesse opere la lodino alle porte della cittĂ .
Parola di Dio.
Non v’è dubbio che la parola di Dio non vada consumata in fretta; va raccolta e meditata, va resa pesante, capace di penetrare dentro di noi nella sua attualità , diversamente rimane a galleggiare nell’aria, come palline di vapore, senza consistenza, senza che parli al nostro cuore.
Così ieri sera me ne sono andato a casa, dopo aver ascoltato le letture a messa, con tutte queste palline di vapore che mi giravano attorno, impalpabili, incomprensibili, irreali, chiedendomi:
La donna perfetta ... dove si trova? Esiste?
Per dirla in modo politicamente corretto, quella donna potrebbe essere anche un uomo, l’uomo perfetto, e quella parola è incredibilmente attuale. In un’epoca dominata dal nichilismo e dalla tecnica, nella quale il valore di un uomo è legato solo alla sua efficienza e produttività , ci dice che il fascino è fallace, che è vana la bellezza, conta solo temere Dio, e combattere la nostra scaramuccia quotidiana e necessaria col demonio, coltivando i nostri talenti, rimanendo svegli e sobri, in attesa della venuta del Signore.
Certo, una donna efficiente, che si procura lana e lino e li lavora volentieri con le mani, che non fa mancare il profitto, pur aprendo quelle sue mani al mistero e stendendole al povero, è talmente attuale che sembra la raffigurazione del personaggio di una serie di Netflix.
Tranne il fatto che non è gay, è perfettamente calato in una attualità tutta spesa nel culto della vana bellezza, nell’adorazione di un vitello che si chiama danaro, nella ostentazione della ricchezza, nella ricerca della felicità come un diritto, il tutto con un velo di perbenismo ,che rende accettabile quell’egoismo di fondo che lo caratterizza.
Il vuoto, tutto ciò è pieno di vuoto, è un cielo senza stelle che scaturisce da una bibbia fatta nera dai tempi che viviamo, immersi in una solitudine immensa. “Only see, starless and bible black”
Ma il signore arriva, lo fa senza preavviso, come fa un ladro di notte, e se non saremo nella sofferenza, ingrediente necessario, oltre all’attenzione ed alla sobrietà , non saremo neppure in grado di accorgercene.
Quindi, vediamo di coltivare i nostri talenti, non seppellirli. Ognuno di noi è opera meravigliosa, e non come statua di Fidia: siamo vivi, abbiamo dentro l’alito di Dio, impariamo a farci amare da lui, e forse riusciremo ad amare gli altri con intensità , con pienezza e con gioia.
E Bon!