Mauro Biglino è un filologo esperto in antiche lingue semitiche che ha, a più riprese, tradotto la Bibbia.
Lui fa conferenze dicendo ogni volta: FACCIAMO FINTA CHE, la Bibbia non parli di Dio, ma di antichi astronauti che hanno imposto all’uomo il loro dominio.
Così, “facendo finta che”, la Gloria di Dio, presente spessissimo nel libro dell’esodo, diventa una astronave che fluttua sopra la tenda di Mosè, pilotata da Yavè, che non è altro che uno dei tanti Elohim venuti sulla Terra, non si capisce bene a fare che.
Ma Mauro Biglino gioca sulla suggestione forte che ha su ognuno di noi il mistero irrisolto dei molti mondi e delle molte civiltà, che dovrebbero popolare, come un postulato, la galassia, ma che nessuno ha mai visto.
Non puoi invece giocare sul non detto quando sei chiamato ad affrontare tematiche di tipo esistenziale.
Entriamo nel campo delle verità assolute, che sarebbero le verità di fede, e di quelle relative, che in modo più o meno arzigogolato si discostano da quelle, ed appartengono al campo della filosofia.
Nichilisti ed razionalisti propongono verità differenti, addirittura collidenti con quelle teologiche, in una sorta di dibattito da salotto, divertente da seguire una o due volte ma ben presto incapace di trasmettere la ben che minima emozione.
Quella sintesi che prova a fare Galimberti, chiamandosi fuori dalla tenzone e dichiarandosi Greco, è corretta nel momento in cui afferma che non v’è differenza alcuna tra le diverse matrici di pensiero, dato che la radice culturale è una sola ed è quella giudaico cristiana.
Prendiamo ad esempio il senso della colpa condiviso da tutto l’occidente: quando è premeditata è più grave, se preterintenzionale o colposa è più morbida, fatto sta che la radice biblica della cultura dell’occidente, che ha introdotto per l’uomo la possibilità di scegliere tra bene e male, ha disegnato una matrice comune talmente forte da essere addirittura achetipale.
Potremmo perderci in un diluvio di parole per affermare e per smontare le affermazioni appena fatte sull’argomento, quel che però rimane è che la verità è diventata relativa, anche per questioni che ci paiono connaturate con la nostra natura come il senso di responsabilità.
Da qui nasce un disfacimento dell’etica e della morale, perché al giorno d’oggi è diventato possibile affermare il contrario di tutto.
Se a farlo è il complesso dei media main stream, tornare ad affermare la verità di partenza diventa però difficilissimo se non impossibile.
E non è un caso se per quella vaccata del TERRAPIATTISMO sono state spese quantità immense di denaro, l’obiettivo è evidentemente quello di poter tacciare di terrapiattismo chiunque osi sostenere verità diverse da quella accettata dal main stream.
Se osi dire che forse, nel crollo delle torri gemelle, Bin Laden non c’entra, sei un terrapiattista, e non parliamo del fatto di contestare l’evoluzionismo di Darwin, o la teoria del Gender; se lo fai sei esattamente come i terrapiattisti.
Mi vien da dire in modo molto orwellinao, Facciamo finta che tutto va bè ... come tanti anni fa Ombretta Colli cantava.