Prima della pubblicazione di questa pagina, poichè è uscita molto intima, ho chiesto a Marcello di autorizzarmi alla sua pubblicazione. Me la ha data, qundi eccovela qui!
Pc.18.9.19
Ieri mio figlio Marcello si è laureato, ha preso un bel 110 e lode ed una stretta di mano da parte della commissione d’esame. Noi c’eravamo tutti, come se fossimo una famiglia ricostruita e felice.
La sua tesi di laurea si concludeva con questa frase: “ed infine ringrazio mio nonno che fin da quando ero piccolo mi ha fatto entrare nel suo garage, costruendomi oggetti e spiegandomi come lavorare il legno, e soprattutto lo ringrazio perché quando mi tagliai lavorando con un seghetto, non mi disse di non usarlo più, ma mi spiegò come utilizzarlo.”
E da sola, io credo che valga la lode.
Il nonno Eugenio fu veramente capace di entrare in simbiosi con Marcellino, la gioia che riuscivano a creare reciprocamente era talmente intesa da potersi quasi toccare, ed ora, trovarla anche dentro la sua tesi, intatta, cristallina, palpabile a chi la sa cogliere, mi contagia.
Non è solamente nostalgia, vi è anche quella figuriamoci, ma il fatto che Marcello abbia ringraziato il Nonno Eugenio senza cambiare il tempo verbale al presente con il quale ha ringraziato gli altri, me, sua madre, suo fratello, i suoi professori, rende la grandezza, la magia, la forza del ricordo come cosa viva, presente ora e sempre.
La vita del Nonno si sta perpetuando in quella di Marcello, gli è dentro come una magia infinita, come un sogno reale, bellissimo ed intensissimo, che in se ha l’essenza dell’amore.
Chissà se un giorno anche io sarò capace di farmi ricordare con questa intensità, sarebbe come consegnare alla morte quella goccia di splendore della smisurata preghiera di Faber, sarebbe come dare un senso all’esistenza, sempre che un senso sia necessario.
Ma il Nonno Eugenio ha seminato tante gocce di splendore, una anche in me, e sono veramente felice di poterle vedere.
Che dire a Marcello:
”Vai, hai una strada luminosa davanti a te, seguila e non fermarti anche quando troverai sul tuo sentiero ostacoli grandi, apparentemente insormontabili, non dubitare mai di farcela.
Osa, e se sarà necessario chiedi aiuto, chiedilo a chi ti sta vicino, non avere paura, mai, della tua fragilità, perché è ricchezza.
Sogna, con intensità, senza limiti, e nutri dei tuoi sogni la tua vita, se smetterai di sognare rischierai di spegnere quella scintilla geniale che hai dentro.
Ama, fallo più intensamente che puoi, non avere paura di dare te stesso, e ricorda che noi siamo i nostri amori ed i nostri affetti, senza non siamo niente.
Gioca, le cose serie fatte seriamente sono noiose, metti sempre un seme di follia in quello che fai seriamente, e le cose riusciranno migliori.
E quando la tua sera inevitabilmente diventerà notte, ricordati del tuo vecchio che ti starà aspettando.
Grazie per ciò che sei, per l’animo grande che hai, per il coraggio di essere ciò che sei.”
Papà Stefano