a un tratto del cammino nella crepa
tra rocce che paiono schiacciarti
si manifesta come se infin fosse
una metafora dell'esistenza
scolpita nella parete di roccia
luminosa della luce del sole
è come il desiderio d'infinito
che ti prende quando guardi le stelle
poi vedi lo spiazzo di sabbia gremito
di venditori ambulanti e cammelli
e di voci beduine che chiamano
per riportarti nel tempo presente
e Bon!
SINOSSI
La poesia "Petra" di Stefano Torre offre una suggestiva descrizione di un momento di profonda contemplazione nella antica città di Petra, che fu la capitale dei Nabatei e oggi si trova in Giordania. La narrazione si apre con la visione di una crepa tra le maestose rocce di Petra, una fessura che sembra quasi stringere il poeta. In questo spazio ristretto, improvvisamente si materializza un simbolo che diventa metafora dell'esistenza stessa.
La parete di roccia illuminata dalla luce del sole diventa il palcoscenico di questa rivelazione, simboleggiante il desiderio di infinito. Questa apertura nella roccia diventa una finestra verso l'eternità , un momento di illuminazione interiore che interrompe l'oscurità della limitatezza umana. La contemplazione di questa fessura, illuminata dalla luce solare, evoca sensazioni di meraviglia simili a quelle provate contemplando le stelle nel cielo notturno.
Tuttavia, l'atmosfera contemplativa subisce una brusca interruzione quando il poeta ci trasporta in uno spiazzo di sabbia all'interno di Petra. Questo scenario vivace è animato da venditori ambulanti, cammelli e voci dei beduini, offrendo un contrasto con l'esperienza trascendentale descritta precedentemente. La vita quotidiana e la dimensione pratica della città antica si mescolano alla riflessione metafisica, creando una dualità di esperienze.
La parola esclamativa "Bon!" alla fine della poesia può essere interpretata come un ritorno improvviso alla realtà quotidiana o come un segno di accettazione e apprezzamento per entrambe le dimensioni, sia quella contemplativa che quella pratica della vita a Petra. Questa conclusione suggerisce una sorta di equilibrio tra il desiderio di trascendenza e l'accettazione della realtà circostante, creando un'armonia tra il divino e il quotidiano all'interno delle antiche rovine di Petra.
In sintesi, "Petra" di Stefano Torre offre una visione poetica e suggestiva della antica città nabatea, trasportando il lettore attraverso una dualità di esperienze tra la contemplazione delle meraviglie eteree e la vita vibrante della città antica. La poesia invita a esplorare il confine tra ciò che è eterno e ciò che è tangibile, offrendo uno spazio di riflessione e accettazione nella complessità della storia e della vita umana.