Stà per riprendere vita il Piacenza del 1979. Una squadra che ha giocato la serie c1 partendo con i favori del pronostico e chiudendo con un deludente nono posto.
Era un gruppo solido, con due punte eccezionali ed un roccioso centrocampo.
Sante Crepaldi e Giuliano Fiorini erano i nomi di spicco di una squadra nella quale militavano anche Felice Secondini ed Evert Skodlung, per non dire del portiere Roberto Serena e dell’indimenticato, perché indimenticabile roccioso centrocampista dal tiro a bombarda Rino Gritti.
Il mio progetto è di rendere questa squadra rediviva per farla giocare nel campionato di subbuteo, ovvero in un luogo nel quale fantasia e realtà si confondono con la nostalgia e tutto diventa possibile.
Così, grazie alla collaborazione di Gianni Carini, il progetto Piacenza calcio 1979 è partito!
Allora ero in seconda media e vedevo il mondo molto da lontano, giocavo a subbuteo ed tenevo per il Piacenza, anche se andare allo stadio era un evento abbastanza eccezionale.
Mi ci portava mio zio Enrico Torre, medico ginecologo appassionatissimo di calcio che, pur non essendo il medico sociale del Piacenza, collaborava con lo staff e poteva portarmi nello spogliatoio prima che la partita iniziasse.
Un privilegio che mi invidiavano, gigantesco, fantastico. L’immaginario dei ragazzini vedeva i giocatori di calcio come degli eroi, quasi semidei, ed il poter entrare nello spogliatoio faceva di me quasi un druido iniziato a chissà quali misteri.
Oggi, purtroppo, so che al mondo di semi dei non ce ne sono e che, soprattutto nel mondo del calcio, sono uomini spesso laidi e meschini ad avere la meglio.
Ma allora no! Allora poteva esistere un mondo alternativo a quello reale ed era il mondo del calcio.
Poi arrivò sky e la pay tv, le scarpette dei giocatori cominciarono a non essere più solamente nere, ed un po’ per volta scomparve il piacere di godersi la domenica calcistica, tutto il calcio minuto per minuto, novantesimo minuto, domenica sprint sul secondo canale, ed a tarda sera, la domenica sportiva (che nel ’79 non potevo vedere perché era troppo tardi)
Non c’è più nulla di ciò che ha fatto grande e popolare il calcio, tutto è diventato business. Sono scomparse le bancarelle che vendevano bandiere, sciarpe e cuscini biancorossi, e sono scomparsi anche i tifosi.
Rimane solo la nostalgia di noi ultra cinquantenni a far vivere un ricordo bellissimo, che era identità di popolo: il sapore, l’odore dello stadio, la voce che dall’altoparlante sciorinava la pubblicità di Monterumici e Piana … Così in ogni stadio d’Italia, da San Siro, al Galleana, dalla serie A alla serie C, consumando un rito appassionante.
Chissà se mai certe sensazioni potranno tornare?
Quell’anno io andai allo stadio due volte, alla partita con il Treviso vinta per 1-0 soffrendo moltissimo e all’ultima spiaggia per rimanere agganciati al treno delle prime, con il Sant Angelo Lodigiano, partita che finì con un inutile zero a zero e tanti rimpianti per un rigore sbagliato da Fiorini.
La formazione tipo del Piacenza nel 1979
1. Roberto Serena
2. Felice Secondini
3. Luigi Ciarlantini
4. Roberto Vichi
5. Luigi Vetere
6. Rino Gritti
7. Evert Skoglund
8. Giovanni Zanotti
9. Sante Crepaldi
10.Fabio Alessandrelli (Odilio Moro)
11.Giuliano Fiorini