Io sono Stefano Torre, ovvero me stesso.
La mia professione è quella del web; ho una azienda, la Infonet di Piacenza, che produce siti ed eroga servizi internet ad ampio respiro, dall’hosting alla registrazione dei domini, alla consulenza nel web marketing, alla pubblicità adwords.
Nella mia vita sono stato tante cose perché ho svolto tante professioni, e mi vanto di aver fatto sempre tutto molto bene.
Da dove vengo
Vengo da esperienze molto diverse tra loro, ma tutte capaci di arricchirmi, sia dal punto di vista delle conoscenze che dal punto di vista umano.
Porto con me, da quando ero bambino, una rara malattia degenerativa che, in modo progressivo, ha limitato le mie capacità fisiche, costringendomi ad imparare a fare a meno di cose che sono assolutamente normali per la maggior parte delle persone.
Ma la mia distonia non ha mai fermato il mio crescere, il mio voler fare ed il voler mettermi alla prova.
Così nella mia vita ho accettato sfide di ogni genere, ed ho spessissimo vinto!
Ho anche subito sconfitte disastrose, che non mi hanno però mai impedito di ripartire, ricostruendo sulle mie stesse macerie.
Dove Vado
Sebbene conforme alle regole dello sorytelling contemporaneo, con la sorte che non mi ha mai favorito, e la vita che mi ha messo più volte di fronte a prove che ho sempre affrontato con coraggio, alla storia della mia vita manca un finale, ovvero non so dire dove io stia andando.
Ho più volte dichiarato di voler diventare Segretario Generale delle Nazioni Unite, ma oggi mi pare di essere trasportato dalla corrente, di essere travolto dagli eventi più che di determinarli, e mi chiedo se sia solo una impressione determinata dalla enormità dell’obiettivo o sia una cosa che sta capitando davvero.
Quel che mi preme oggi è cercare di rimanere al passo con i tempi, e nella mia professione è tutt’altro che scontato, ma ci sto riuscendo bene, molto bene.
Credo che il futuro sarà quello del pensiero laterale, perché l’unico modo per riuscire a fare a pugni con i giganti è quello di usare il lato sinistro del cervello.
Il mondo di oggi si evolve in modo troppo veloce per poter essere capito a fondo da un cinquantenne come me. L’unica via possibile è quella di circondarsi di ragazzini, discutere con loro rinunciando al ruolo di insegnante e predisponendosi ad imparare da loro le regole del gioco.
Cesare Pavese diceva: “i grandi poeti sono rari come i grandi amanti: ci vogliono i coglioni duri, il che si chiama altresì l’occhio olimpico”