La troviamo citata esclusivamente da vangelo di Matteo (12.1-12.16).
Il testo ne parla in modo molto generico e non consente di identificarla con certezza. Il Vangelo non fa riferimento alcuno ad una cometa.
La tradizione della stella cometa inizio infatti solo in epoca medioevale, quando Giotto raffigurò la cometa di Halley in una scena della natività nell’affresco della cappella degli Scrovegni a Padova.
Fino ad allora la stella di Betlemme aveva rappresentato un bel problema per i teologi, rischiando di contravvenire al dogma dell’incorruttibilità della volta celeste, cosa spiegabile solo con l’intervento del demonio.
Quando nel 1054 apparve in cielo al supernova divenuta nebulosa del granchio, si moltiplicarono, soprattutto nelle scene della natività , le sue raffigurazioni anche nei templi cristiani, costringendo la chiesa ad una dura reazione fatta di scomuniche, accuse di eresia e sistematica cancellazione dell’evento dalle cronache.
Così, quando Giotto introdusse la stella cometa, allora considerata un fenomeno atmosferico e non celeste, risultò comodo alla chiesa sposarne la raffigurazione sopra la capanna, non correndo più il rischio di violare un dogma che nei secoli tanti danni ha fatto.
Ma poteva essere una cometa ad apparire in occasione della nascita di Cristo?
Il protovangelo di Giacomo (scritto apocrifo del secondo secolo) parla di “una stella talmente brillante da far scomparire tutte le altre”, il che farebbe pensare ad una supernova.
Ma se l’evento astronomico fosse stato così tanto evidente, Erode non avrebbe certo chiesto ai Magi, come afferma il testo di Matteo, quando si fosse verificato, lo avrebbero certamente notato anche nella sua corte.
E ciò varrebbe anche per una cometa, evento incapace di passare inosservato anche agli occhi delle persone più disattente.
Tra l’altro, le cronache cinesi dell’epoca, attentissime e rigorosissime nel riportare i fenomeni astronomici, parlano di una cometa apparsa nel 5 avanti cristo, il che potrebbe essere compatibile con la data della nascita di Cristo (l’anno zero attualmente utilizzato è il frutto di un errore di calcolo commesso dal Monaco Dionigi il Piccolo nel IV secolo, la reale data di nascita di Gesù risale infatti al 6 avanti Cristo).
Se così fosse allora potremmo far risalire la nascita del redentore alla pasqua del 5 ac.
La cometa di Halley passo nel 12 ac, ovvero troppo presto per essere un indiziato valido.
Quello che appare poter essere la più plausibile interpretazione degli scritti del vangelo è la stretta e, tutto sommato rara, congiunzione che Giove e Saturno ebbero nella costellazione dei pesci nel 6 avanti cristo.
Questa ultima ha infatti un significato astrologico compatibile: Un re (Giove) giusto (Saturno) nascerĂ in Giudea (Pesci).