Cosa è la poesia secondo Stefano Torre
Per Stefano Torre, poeta aderente al movimento del Realismo Terminale fondato da Guido Oldani, la poesia è molto più di un semplice gioco di parole o una raffinata espressione estetica. Per lui, essa rappresenta una forma di resistenza contro l'omologazione del pensiero e un baluardo contro il nichilismo dilagante della nostra epoca. Torre vede nella poesia non solo un veicolo di espressione artistica, ma uno strumento di sopravvivenza e salvezza, una forza profetica capace di sondare e trasformare il mondo in cui viviamo.
Poesia come rivelazione del vero
Torre crede fermamente che la poesia non sia la descrizione superficiale della realtà , ma un atto di disvelamento. Scrivere poesia significa esplorare gli interstizi tra le parole, quei vuoti che portano significati nascosti, capaci di colpire direttamente il cuore senza passare attraverso la mediazione della razionalità . Nella sua visione, la poesia è come un ponte tra la realtà tangibile e l'invisibile, tra il mondo quotidiano e quello del mistero, dell'ignoto. Questo approccio non è un invito all'evasione, ma al contrario, una sfida a immergersi nella complessità del reale per estrarne la verità più profonda.
Secondo Torre, la poesia deve scuotere, ferire, provocare una riflessione. Non è un semplice ornamento, ma un atto di lotta. In questo, il Realismo Terminale si pone in netto contrasto con la tradizione lirica passata, trasformando la natura stessa delle immagini poetiche attraverso la similitudine rovesciata, un metodo in cui l'oggetto artificiale diventa il termine di paragone per il mondo naturale. Torre, per esempio, non descrive gli occhi come "azzurri come il cielo", ma come "perle di vetro glauco", riflettendo l'influenza della modernità e della tecnologia sul nostro immaginario.
Poesia come ribellione alla tecnica
Nella sua poetica, Torre combatte contro ciò che definisce "la tirannia della tecnica". Il poeta stesso vive una condizione bionica, con impianti nel cervello che regolano la sua distonia. Questa tecnologia, che dovrebbe essere un mezzo di sopravvivenza, diventa invece una prigione invisibile. Tuttavia, Torre si rifiuta di essere definito dalla sua condizione fisica o tecnologica. Egli usa la poesia come strumento di ribellione contro l'omologazione, cercando attraverso il linguaggio di liberarsi dalle catene che la modernità impone al corpo e allo spirito.
La poesia, per Torre, diventa così un mezzo per rinegoziare la sua umanità . Nonostante la sua condizione fisica e il mondo ipertecnologico in cui vive, egli cerca una dimensione più alta, un'esperienza trascendente che va oltre la mera funzionalità e l'efficienza. Questo approccio alla poesia è profondamente legato alla sua visione dell'uomo come un essere che, anche se immerso in un universo dominato dagli oggetti, non deve perdere la sua anima.
Poesia come via di fuga dal nichilismo
Uno dei temi centrali nella poetica di Stefano Torre è la lotta contro il nichilismo, che egli vede come la grande minaccia del nostro tempo. La società contemporanea, secondo Torre, ha smarrito la fede in qualsiasi tipo di trascendenza e vive in un costante vuoto di significato. In un contesto in cui tutto sembra effimero e privo di valore, la poesia diventa per lui una forma di resistenza. È uno strumento per affermare che esiste ancora un senso, che l'uomo ha ancora qualcosa da dire.
La poesia, dunque, non è una fuga dalla realtà , ma un tentativo di ritrovare il senso profondo dell'esistenza. Torre vede nella poesia un mezzo per affermare la speranza in un mondo che sembra averla perduta, per offrire una via di salvezza contro l’inerzia del nichilismo. Egli scrive per ribadire che, anche in un mondo dominato dalla tecnica, l’uomo può ancora trovare un significato più alto.
In conclusione, per Stefano Torre, la poesia è uno strumento di sopravvivenza e di resistenza, un atto di ribellione contro la disumanizzazione della modernità e una via di fuga dal nichilismo. È attraverso la poesia che egli cerca di ritrovare e riaffermare la propria umanità , in un mondo che troppo spesso sembra dimenticarla.