il giorno del grande allineamento
profetizzai agli angeli del cielo
di tagliare via le loro ali
dove si connettono alle spalle
dissi loro di fumare marijuana
per non sentir dolore e convertirsi
al verbo del Maligno e poi temere
la morte come una lurida ossessione
così il suolo divenne liquido
e quelli sprofondarono nel mare
come navi da guerra nel deserto
a riportare i morti al mondo in vita
E bon!
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Analisi metrica di Navigare Necesse Est
La poesia segue uno schema di endecasillabi sciolti, ovvero versi di undici sillabe senza rima, con un’attenzione particolare alle sinalefi, che permettono di mantenere il ritmo fluido e incalzante.
L’uso del verso sciolto conferisce solennità al testo, richiamando la tradizione della poesia profetica e visionaria.
La maggior parte dei versi presenta accentazione classica, con l’accento principale sulla decima sillaba e secondari sulla quarta o sesta.
Il ritmo, sostenuto dalle sinalefi, contribuisce a creare un tono epico e oracolare, in linea con la tematica profetica del componimento.
Timbro e ritmo
L’uso degli endecasillabi conferisce alla poesia un andamento oratorio e solenne, che richiama i toni della profezia biblica. La presenza di enjambement amplifica la tensione drammatica e l’incalzare delle immagini. L’assenza di rime tradizionali accentua l'effetto di frammentazione e disgregazione della realtà , coerente con il tema del testo.
Funzione stilistica
L’uso degli endecasillabi sciolti richiama la tradizione della poesia epica e profetica, rendendo il componimento solenne, incalzante e inevitabile nel suo incedere, in piena coerenza con la narrazione di un’apocalisse simbolica.
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Sinossi di Navigare Necesse Est
Il titolo tratto dal viaggio di Gneo Pompeo
Il titolo richiama l’antico motto di Gneo Pompeo Magno, che esaltava la necessità della navigazione sopra la vita stessa.
Qui, il concetto viene sovvertito: il viaggio non è più una scelta eroica, ma una caduta imposta. Rimane invece ben evidente il fatto che la vita scaturisce dall’eroismo, dal sacrificio, anche involontario, Il cadere nelle mani di Satana diventa la via che apre alla resurrezione dei morti.
Il Comando del Profeta
Il profeta della poesia incita gli angeli a tagliare le proprie ali, un gesto estremo che li priva della loro natura celeste e li condanna alla caduta nel regno del materiale.
L’utilizzo del temine PROFETIZZAI (profetizzai agli angeli del cielo di tagliare via le loro ali)
è ripreso dalla visione delle ossa aride del profeta Ezechiele (EZ 37, 1-14) nel quale il profeta, per ordine di Dio, profetizza alle ossa di assumere la sembianza dell’uomo che furono e di riprendere vita (proprio come succede in questa poesia, nell’ultimo verso: a riportare i morti al mondo in vita).
La mutilazione delle ali, elemento che rende la fisicità degli angeli differente e superiore a quella degli uomini, li costringe a rapportarsi alla vita senza la spinta trascendente costituita dalla possibilità di volare, di poter salire fino al cielo.
L’Iniziazione al Maligno
La perdita della propria essenza viene accompagnata da un’illusione di sollievo, una droga che anestetizza il dolore e introduce alla dannazione.
Per attutire il dolore del distacco, agli angeli viene suggerito di fumare marijuana, un espediente simbolico che li porta ad accettare la conversione al verbo del Maligno.
Volendo individuare uno spunto filosofico che possa aver ispirato il poeta, è opportuno citare il trattato La società senza dolore del filosofo coreano Byung-Chul Han. In quest'opera, l'autore traccia un agghiacciante quadro della società contemporanea, incapace di resistere al dolore, di qualunque tipo, senza ricorrere ad antidolorifici, sonniferi o droghe, strumenti che attenuano la sofferenza e la disperazione, ma al tempo stesso ne annullano il significato.
La morte diventa il nuovo orizzonte della esistenza degli angeli, non più una semplice transizione, ma una lurida ossessione, un pensiero paralizzante che li vincola alla paura e li conduce alla perdizione.
Ciò che si perde, in ogni metastoria cristica, così come è possibile ricavare da questa poesia di Torre, è ciò che viene contaminato dal Maligno, dall’Anticristo. Un esempio contemporaneo di questa perversione è il Satan Temple e la sua Papessa, che mettono il culto di Satana in piena luce, rivendicandolo apertamente come simbolo di libertà e sfida ai dogmi tradizionali, trasformandolo in una parodia oscura del sacro.
Naufragio e Ritorno dei Morti
Il crollo della realtà non conduce all’oblio, ma a un paradosso: il naufragio si trasforma in un ritorno forzato, un’illusoria resurrezione.
A seguito della loro mutilazione, la realtà stessa si dissolve: il suolo diventa liquido, inghiottendo gli angeli come navi da guerra smarrite in un deserto, in una navigazione surreale verso l’ignoto. Ma il loro destino non è l’oblio: il mare, anziché seppellirli, li trascina in un ultimo atto paradossale, riportando i morti al mondo dei vivi.
E bon
La poesia si chiude con l’ironico tipico sigillo di Torre, E bon, che racchiude l’intero componimento in una sentenza disillusa, tra il fatalismo ed il beffardo, comunque consapevole del destino.