Andare a Milano in treno, come non succedeva da 10 anni, ed incontrare W .... e per un’ora raccontarci la nostra vita .... nemmeno a Joseph Roth poteva venire in mente! Ma il santo bevitore stavolta non centra .... è solo la sorte
Così recita il post che ho messo ieri su Facebook, accompagnato dal selfie con William Xerra.
Sono salito in treno, di corsa. Il binatio 22 alla stazione di Milano Centrale è un po’ come il binario nella stazione di King's Cross. Se sai dove è lo trovi facilmente, altrimenti diventi pazzo!
L’ultimo binario della serie è il binario 21. Quando lo trovi ti viene il dubbio di aver sbagliato a leggere il tabellone, quindi, se sei in ritardo, corri a leggerlo ancora. Maledizione, dice proprio binario 22!
A questo punto vedi una signorina in divisa trenitalia (ma non era meglio chiamarle semplicemente FS?).
“scusi signorina, mi sa dire dove è il binario 22?”
“Veramente io sono in pausa!”
O cavolo, parte tra 5 minuti … ti guardi attorno spaesato, invochi la forza di Harry Potter e speri che accada qualche magia, poi all’improvviso lo vedi. Un cartello in un posto improbabile e gigantesco che dice: “da questa parte per i binari 22 e 23!”
Corri con l’ansia di vedere il treno partire … ma arrivi in tempo, Sali sul primo vagone, entri e …. lo vedi, lo guardi incredulo, è proprio William.
Lui fa lo stesso con te: ti guarda e non favella, è incredulo anche lui.
Dopo una ventina di secondi di sguardi che hanno evocato una dimensione onirica, ci salutiamo.
Sono anni che rimandiamo una chiacchierata, anni fa la facevamo a Ziano, con pane salame e vino bianco, e durava un tempo interminabile, anzi, il tempo perdeva senso durante le nostre chiacchierate, perché il tempo non c’era più.
Si iniziava di pomeriggio e si finiva tardi, ed io venivo sgridato quando tornavo a casa perché non avevo avvertito.
Ieri abbiamo avuto un’ora abbondante per parlare …. Un’ora che è finita troppo presto ma che ha sfidato il tempo, ha sconfitto le agende con gli appuntamenti, ha reso meno disumana la giornata fermando la corsa folle e l’ansia di fare, di dover fare, di dover produrre, come se la vita fosse solo quello!
Quindi, ragazzi, ogni tanto il tempo si ferma, proprio come se viveste un sogno, come se la dimensione non fosse più quella della vita vissuta e diventasse l’essenza del desiderio realizzato.