Nella giornata di ieri il 28 maggio 2025, la Spagna è sprofondata in un blackout durato oltre 12 ore, paralizzando quasi ogni aspetto della vita quotidiana. Ospedali, treni, semafori, supermercati, abitazioni: tutto è rimasto avvolto nell'oscurità , riportando un’intera nazione a una fragilità che credevamo ormai superata.
Immagini drammatiche hanno fatto il giro del mondo: persone che si aggiravano nei supermercati armate solo di torce elettriche, cercando di orientarsi tra scaffali deserti e casse bloccate. In molti quartieri, le uniche luci erano quelle dei telefoni cellulari, mentre la città di Madrid — e gran parte della Penisola Iberica — si presentava come un’enorme macchia nera sulla mappa satellitare dell’Europa.
Gli ospedali si sono trovati a dover contare sui generatori d’emergenza, spesso insufficienti per coprire tutte le necessità .
I treni sono rimasti fermi per ore, con passeggeri bloccati in stazioni e tunnel senza alcuna informazione.
I semafori spenti hanno trasformato il traffico urbano in un pericoloso caos.
Frigoriferi e celle frigorifere spenti nei supermercati e nei ristoranti hanno minacciato il deterioramento di tonnellate di alimenti deperibili.
La vita moderna, iperconnessa e totalmente dipendente dall’elettricità , si è improvvisamente arrestata. E con essa, anche l'illusione di invulnerabilità .
Le autorità stanno ancora indagando sulle cause reali dell’evento, ma si affacciano alcune ipotesi:
Un attacco informatico (cyberattack) a infrastrutture critiche. Sempre più esperti avvertono che i sistemi elettrici nazionali sono vulnerabili ad attacchi digitali.
Guasti a catena dovuti a sovraccarichi o problemi nella rete di trasmissione ad alta tensione.
Fenomeni climatici estremi, che stanno diventando più frequenti e imprevedibili.
Manutenzione insufficiente delle reti elettriche o errori tecnici.
La domanda che sorge spontanea è: potrebbe succedere anche da noi?
La risposta, purtroppo, è sì.
Anche l’Italia ha una rete elettrica complessa e interconnessa, con punti di vulnerabilità noti, specialmente in situazioni di stress estremo:
In estate, l’uso massiccio di condizionatori può sovraccaricare la rete.
In inverno, picchi di domanda energetica possono far collassare settori del sistema.
Inoltre, il crescente ricorso a fonti rinnovabili (pur fondamentale) introduce una variabilità che rende più difficile gestire l’equilibrio della rete.
2003: un blackout storico colpì quasi tutta l'Italia, lasciando 56 milioni di persone senza corrente per circa 12 ore, a causa di un guasto sulla rete svizzera che si propagò rapidamente.
2019: blackout parziale in Sicilia per problemi alla centrale di produzione.
2022: alcuni blackout localizzati in grandi città italiane, soprattutto d'estate, dovuti a picchi di consumo e infrastrutture vecchie.
C'è tuttavia un'immagine più poetica che questa notte ha regalato alla Spagna: senza inquinamento luminoso, il cielo stellato deve essere stato meraviglioso anche sopra le grandi città . Le stelle brillavano nitide e potenti, in un modo che pochi cittadini urbani hanno mai potuto vedere.
Probabilmente solo in pochi, distratti dal panico o dalle emergenze pratiche, hanno alzato gli occhi al cielo. Ma chi lo ha fatto, chi si è fermato a guardare il firmamento libero da ogni luce artificiale, ha potuto assistere a uno spettacolo degno di essere ricordato per sempre: un cielo primordiale, vasto, pieno, come un messaggio silenzioso in una notte di caos.
Il blackout spagnolo è un segnale d’allarme per tutta l’Europa. Non basta aumentare la produzione di energia: serve investire seriamente nella resilienza delle infrastrutture, nella cybersicurezza e in piani di emergenza realmente efficaci.
Perché il buio che abbiamo visto sulla Spagna può, in un attimo, avvolgere anche noi.
E stavolta, torce e telefoni potrebbero non bastare.