POESIA RELIGIOSA E TRASCENDENZA: UN'ESPLORAZIONE DELLA MISERIA E DELLA SPERANZA
La poesia religiosa, in quanto forma artistica, è spesso intrisa di una dimensione mistica e contemplativa, rivolta verso l'infinito e il divino. Tuttavia, nella mia opera, la rielaborazione del concetto di poesia religiosa prende una piega diversa. La mia non è poesia religiosa nel senso tradizionale, poiché, pur trovandosi nelle sfere del sublime e del trascendente, mette in scena la tragedia della miseria umana.
In questo contesto poetico, la povertà umana è rappresentata come una sorta di palcoscenico sul quale si svolge il dramma dell'esistenza. Il sublime e il trascendente, elementi che potrebbero suggerire un'esperienza divina e spirituale, sono qui reinterpretati come strumenti per esplorare le profondità della condizione dell’uomo, immergendosi nei suoi abissi e svelando il mistero che risiede al di là delle apparenze.
La poesia diventa così un veicolo per esplorare la dualità dell'esistenza: la bellezza e l'orrore, la gioia e la sofferenza, l'elevazione e la caduta. Nel mettere in scena la tragedia della miseria umana, si apre sempre una finestra di speranza, una via d'uscita che emerge dalla stessa bassezza umana. Questa speranza non è un rifugio nella divinità , ma piuttosto una luce intravista nel buio, una possibilità di redenzione che trova le sue radici nella scoperta del mistero, del cielo.
La miseria umana diventa quindi il teatro sul quale si svolge la narrazione poetica, una scena sulla quale si esplora la condizione umana con tutte le sue contraddizioni e sfaccettature. La ricerca del sublime e del trascendente diventa uno strumento per scrutare il mistero che permea la nostra esistenza, gettando uno sguardo verso il cielo, non come luogo di contemplazione mistica di Dio, ma come dimensione che offre una via d'uscita, una possibilità di trasformazione e redenzione.
In questa reinterpretazione della poesia religiosa, Dio stesso non è oggetto di una mistica contemplazione, ma diventa un mezzo per redimere l'uomo. La divinità è rappresentata come una forza di trasformazione e guarigione, un elemento che offre la speranza di elevare l'uomo dalla sua miseria e di aprirgli la strada verso la redenzione.
La dimensione trascendente si svela non solo come un'esperienza spirituale distante e inarrivabile, ma come una realtà tangibile e vitale che permea l'esistenza quotidiana. Il mistero, il cielo, diventano il terreno su cui si innesta la speranza, una speranza che si alimenta dalla consapevolezza della propria umanità e della possibilità di superare le proprie limitazioni.
Nel tessere questa narrazione poetica, si cerca di trasmettere una visione della fede che va oltre la rigidità delle convenzioni religiose. Non si tratta di una fede basata su rituali o dogmi, ma di una fede che nasce dalla consapevolezza della fragilità umana e dalla ricerca di significato nel mistero della vita.
In conclusione, la mia poesia religiosa si distingue per la sua capacità di esplorare la trascendenza umana attraverso la lente della miseria e della speranza. La condizione umana, con le sue contraddizioni e le sue fatiche, diventa l’albero su cui si innesta la poesia, trasformando il sublime e il trascendente in veicoli per la scoperta della speranza e della redenzione.