Libertà, 31 gennaio 2021
PIACENZA
Per il piacentino Stefano Torre, c’è sempre stata una passione, oltre alla politica. Una di quelle “ossessioni benefiche” che riempiono la mente e l’anima: la poesia.
Torre, una delle anime del Realismo Terminale, corrente che scorre vitale nella nostra città in seno al Museo della Poesia, pubblica ora una nuova raccolta di silloge intitolata “Il cristallino di piombo” (Arsenio edizioni, 40 pp), con la prefazione del padre del Realismo Terminale, il fondatore del movimento e noto poeta Guido Oldani.
Oldani definisce lo stesso «Stefano Torre un’opera realistico terminale vivente... Il suo corpo, infatti, annovera, variamente dislocati, elettrodi cerebrali, una coppia di computer, nonché un adeguato alimentatore elettrico».
In “Genesi”, come in altre liriche, Torre accenna a un’umanità che ha perso il contatto col divino: “Le serpi sono treni coi vagoni /che non le schiaccia più nemmeno la Vergine Maria /travolgono piuttosto che viaggiare /ed è il dominio dell’uomo senza Dio”
C’è poi l’autobiografica “Il sindaco” (ricordiamo che Torre era uno dei candidati alla poltrona), che parla anche del nostro oggi: “Non ho memoria /né speranza /vedo cadere salme dai balconi /come polistirolo sbriciolato /Qualcuna prende il volo /e s’innalza per perdersi nel vento /altri cadono giù lievi come la neve”.
“Ottovolante” è una disanima dell’odierna società: “Ho regalato alla mia nonna /un seno nuovo /tondo e grande /per farla più felice. /Così festeggia l’averla scampata /nella sala comune dell’ospizio”.
Chiudono il libro due narrazioni in prosa, “Il cristallino artificiale” e “Il cristallino di piombo”, che dà il tito lo alla raccolta.