Riflessioni sui programmi elettorali a Piacenza: rinnovo Consiglio Comunale 2017.
I giovanissimi ricorderanno la frase “una risata vi seppellirà”, collegata al film Scary Movie3. Film parodia del 2003, che chiudeva una trilogia iniziata con Scary Movie: « Le grandi trilogie sono sempre tre...! ». “Elementare Watson”, sembra dicesse Sherlock Holmes., su suggerimento di sir Arthur Conan Doyle
Ma a ben vedere elementare non lo è per nulla. La citazione ha una storia ben più complessa, c’è chi addirittura la fa derivare dal latino, più certo e logico mi sembra la semplificazione di una citazione di Bakunin: “La fantasia distruggerà il potere e una risata vi seppellirà”; di sicuro fu usata dagli anarchici italiani (che pochi non erano) di fine ottocento.
Personalmente, per la mia età, la ricordo come frase simbolo dell’epigono sessantottino, frase che caratterizzò soprattutto il movimento studentesco del ’77.
Potremmo oggi adattarla e farne uso in qualche modo? Sì, secondo me, perché le frasi celebri non hanno una fine, ma solo un inizio. Di quella frase ne abbiamo identificato l’origine storica e credo la si possa usare ancora tranquillamente!
Appurata la liceità dell’uso. Dobbiamo chiederci: Ed a che proposito? Ad esempio in rapporto ai programmi di questa tornata elettorale: le elezioni di giugno per il rinnovo del consiglio comunale a Piacenza. Ho letto i programmi di tutte le liste ed ho trovato temi ricorrenti che potrebbero adattarsi ora all’ uno, ora all’ altro Partito. Partito è un termine che può ancora essere usato? O sarebbe meglio parlare solo di schieramento? Schieramento o candidati? Credo sia più giusta la seconda definizione. I Partiti sembra abbiano esaurito la loro funzione di rappresentare interessi di classe, il “moderno principe” è stato esautorato da un esasperato individualismo, il personaggio di turno appone il suo nome sulla lista e chiede ed ottiene la massima libertà di gestione della campagna elettorale e delle future prospettive di governo.
A dimostrazione di ciò basta vedere come i classici partiti non hanno più univoca rappresentanza ma sono diventati rivoli diversi ed autonomi, anche se proveniente dalla stessa sorgente.
È successo, in questa tornata elettorale che uno stesso corpo elettorale si sia diviso, per convinzione o per convenienza, o per tutti e due i motivi. Moderno e contemporaneo Ortro (o Otro) creatura della mitologia greca, una creatura con un solo corpo e due teste. Diversamente del più noto Cerbero, un grosso cane a tre teste, ciascuna delle quali rappresentava: il passato, il presente ed il futuro; il nostro Ortro essendo bicefalo, sarà costretto a sceglierne due, delle tre componenti temporali, lascio a voi intuire quale lasceranno cadere.
Di ogni area politica (o di ogni partito) infatti abbiamo in questa tornata elettorale almeno due candidati.
Ed i rispettivi programmi. I temi predominanti sono (e diversamente non sarebbe potuto essere) : il lavoro, l’ambiente, la cultura. Alcuni pongono come prioritario il problema della sicurezza , altri la valorizzazione del patrimonio culturale, chi l’informatizzazione della Pubblica Amministrazione, altri privilegiano nuovi insediamenti o viceversa, altri ancora, più verde pubblico. Il programma di ogni candidato può essere ridotto a tre, cinque o dieci punti.
Tutto questo rientra nella normale dialettica elettorale, si formano programmi rispondenti alle esigenze prossime della collettività, a quegli istinti collettivi che, più emotivamente che razionalmente, possano portare voti.
C’è in questa miriade di offerte, una proposta programmatica che da tutte le altre si differenzia.
La valenza culturale delle proposte del candidato Stefano Torre della lista Torre Sindaco è paragonabile alla carica innovativa del movimento Dada degli inizi del XX secolo . Diceva Tristan Tzara di essere contro la guerra e che per eliminarla bisognava estirparne le radici. Oggi potrebbe essere tradotto con: sappiamo che le promesse elettorali sono inutili come promesse da marinaio, per eliminarle ci fa capire Torre, iniziamo ad eliminare l’apparente razionalità dei programmi stessi. Lo scettico è tale perché dubita di tutto ma dubitando di tutto afferma un principio che non può essere messo in discussione: il dubitare stesso.
Quindi, negare validità alle promesse elettorali, non vuol dire non fare politica ma farla diversamente ed attivamente. Farla, non da qualunquista, ma da cittadino che crede nella politica (altrimenti non si sarebbe candidato)..
Perché se è lecito ridere di un programma siffatto, lo sarà degli altri programmi, così come la storia ce ne ha dato ampia e bastevole prova.
Come si è detto all’ inizio di questo intervento: Una risata vi seppellirà. Quanta ironia e verità contiene la proposta di demolire Palazzo Farnese per permettere al Palazzo costruito sui resti di un anfiteatro romano, dove c’era l’ex palazzo Enel, di avere più visibilità e dignità! Come non considerare seriamente la proposta di realizzare un vulcano a Borgoforte, visto che raccoglierà i rifiuti speciali della Regione, un vulcano risulterebbe sicuramente meno nocivo!
Quanti incontri, conferenze interregionali, accordi programmatici, intese interprovinciali, si sono fatte per realizzare la navigazione del Po o almeno per valorizzarne il percorso e l’habitat? Visti i risultati forse risulterebbe più fattibile realizzare il più grande porto mercantile d’Europa lungo il torrente Nure! Così come abbiamo coperto antiche vestige e corsi d’acqua, cancellata la vocazione fluviale della città, potremmo rendere navigabile il suo centro storico! L’ antagonismo con le città limitrofe, ree di averci rubato alcune specialità, potrebbe essere motivo di una guerra d’occupazione? Stante le continue lamentele di molti concittadini, perché no? Incapaci di essere competitivi e dare visibilità ai nostri prodotti potremmo riuscire ad esserlo nell’ arte bellica!
Tutti temi di un programma che tale non è, ma negazione dello stesso, come la negazione dell’arte dei dadaisti (divenuta arte) o la distruzione dei musei dei futuristi (finiti nei musei).
Quanti spunti di severa e seria discussione merita un programma per nulla serio come quello della lista Torre: l’unico programma ridicolo ad essere un programma drammaticamente serio!
Carmelo Sciascia