LUIGI RABUFFI CANDIDATO PIACENZA IN COMUNE: STEFANO TORRE
Quello strano personaggio, candidato Sindaco di Bettola, mi incuriosiva. Su Facebook stava raccogliendo amicizie e simpatie con una facilità disarmante, tanto che per il compagno Mauro Bruzzi, anch’esso candidato sindaco a Bettola, la campagna elettorale si prospettava ancora più avvincente.
Certo, proporre il gutturniodotto, il centro navigabile, il Gran Premio di Formula Uno e un vulcano brucia rifiuti a Bettola poteva andar bene per uno spettacolo di cabaret ma mai avrebbe avuto appeal sui cittadini elettori. E in fin dei conti era giusto così. In una stagione dove la politica era già sfiduciata del suo, ci mancava solo questo tizio, con tuba e fascia tricolore, a “prendere per i fondelli” chi, come me o Mauro, nella politica ci metteva, tutti i giorni, cuore e passione.
E così, quando scoprii che Torre aveva raccolto le firme non per Bettola, ma per presentare la propria candidatura a Piacenza, pensai ad uno scherzo. Ci avevo impiegato 2 settimane a raccoglierne 600, impossibile che lui ci fosse riuscito in un paio di giorni. E invece era proprio così. Conobbi Stefano Torre in redazione a Libertà, ero curioso di capire cosa gli passasse per il cervello.
E così, giorno dopo giorno, scoprii che effettivamente si trattava di una persona fuori dal comune, bionico non tanto per le apparecchiature che, mi confidò, ospitava, quanto per la capacità di rappresentare, con estrema lucidità e determinazione, il limite più attuale della politica italiana: la credibilità.
Altro che presa per i fondelli, Stefano aveva scelto di usare il palcoscenico delle elezioni di Piacenza per attaccare frontalmente la politica delle promesse non mantenute, dei sogni annunciati e svaniti nel nulla, usando noi, piccole pedine, come punging-ball. Omologandoci ai tanti “venditori di fumo” che hanno mandato in rovina l’Italia. Per questo trattamento non l’ho mai amato e lui lo sa.
La fatica di fare politica dal basso non può essere trattata così. Va rispettata e apprezzata. E Stefano, ne sono certo, aveva capito il mio disappunto. Come è andata, oggi lo sappiamo. Per una manciata di voti Stefano non è entrato in Consiglio Comunale, vincendo comunque la propria sfida.
E se i piacentini devono accantonare l’idea di avere il gutturniodotto, il centro navigabile, il Gran Premio di Formula Uno o il vulcano brucia rifiuti, è probabile che alle prossime elezioni politiche potranno vantare un concittadino in grado di dare filo da torcere ai “professionisti della politica”.
Sarà Stefano ? Non posso dirlo con certezza ma sicuramente, questa è la mia sensazione, a casa Torre tuba e fascia tricolore sono già pronte.